Io vorrei dire tante cose sul mondo di oggi, sui problemi concreti che ci sono, sul canone rai, sulla disoccupazione e sulle tasse, sulla tragedia della Concordia, sulle malattie improvvise e sul taglio dei fondi alle strutture sociali e di formazione, sulla condizione di estrema indigenza dei vecchi al centro e nelle periferie di Roma (di cui quasi nessuno conosce l'esistenza). Però non mi viene nulla che non sia un lamento, un'elenco di parole, statico e sterile. E' per questo che taccio (sui social network) e siccome uno di questi problemi tocca la mia realtà in modo pesante penso che affronterò quello per iniziare. Lamentarsi significa spargere la polvere che si accumula su alcune vicende di vita, estendendola a tutto ciò che accade e ci facciamo accadere. E nemmeno la nobile arte di portare alla luce problemi in continuazione mi convince. E' bene che le cose si sappiano perchè la coscienza è la prima azione e allora che si sappia anche qual'è la MIA priorità di fronte all'umanità che soffre. Voglio dire che arrabbiarsi non basta, e mai basterà. Se poi con la rabbia, invece di guardare più chiaro ti fai il bagno nella disperazione e nel giudizio... Detto da me...
Ah... è nato mio nipote, ed è meraviglioso!
31 gennaio 2012
22 gennaio 2012
Il cerchio trasparente
Voglio provare ad usare un'immagine per descrivere come mi sono sentita spesso negli ultimi due anni. L'altro pomeriggio ero in metro, intenta a leggere un libro. All'improvviso vedo due ragazzi correre nell'altro vagone. Ci ho messo qualche minuto a realizzare l'accaduto... Una donna in terra semicosciente e due persone che le tenevano le gambe all'aria. Era svenuta dopo aver dato di stomaco. La fanno mettere seduta, completamente sporca per essersi accasciata nel suo vomito. Si crea attorno a lei un cerchio di gente incuriosita. Diventano tutti medici in queste situazioni... Uno le chiede se si sente di uscire perchè sta arrivando l'ambulanza e lei mentre risponde comincia di nuovo a vomitare. Le si fa il vuoto intorno, le decine di curiosi si dileguano all'istante. Rimane intorno a lei una sola coraggiosissima persona ormai sporca dello stesso vomito. Io poco dopo l'arrivo del medico mi allontano per un appuntamento al quale non potevo fare ritardo. Si mi sono dileguata anche io. Non è una cosa piacevole e comprendo che tutti, come ho fatto io, non avevano intenzione di farsi vomitare addosso. Fa schifo! L'immagine è però efficace per esprimere una consuetudine umana: quando lo schifo che è in te esce con violenza tutti si dileguano per paura di essere raggiunti da qualche schizzo. Non importa che tu sia una persona simpatica, che ha sempre cercato di essere piacevole nonostante le fatiche... Rischi un giorno anche tu di trovarti semicosciente in un posto che non è casa tua, sporco del tuo vomito e con un cerchio trasparente che ti divide dalla compagnia di altri. Sulla presenza di chi potrai contare? Domanda dolorosissima.
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