24 maggio 2012

More than words

Da sempre mi piace scrivere. Alle persone lunghe lettere per le occasioni importanti, a me stessa complicati resoconti di quello che vivo e che penso, commenti su libri o film che mi hanno catturato l'attenzione. Scrivere soprattutto per cercare un'opinione sulle cose, per plasmare una massa informe di condizionamenti emozioni e pensieri contrastanti che altrimenti rimarrebbero confusi e senza nome; invece diventano idee e, se possibile, idee personali. Vedo questa pagina che nella realtà non esiste e vedo una cosa che lentamente si sta spegnendo. Do alle parole un significato diverso... La parola esprime ma fino a un certo punto; si limita a descrivere perchè non può essere.
Ho conosciuto una sola parole che E'.
E così, cercando di descrivere non sai mai quanto realmente stai comunicando e non sai quanto sia importante misurare il peso di quello che dici.
Mangiare per me può essere un'esperienza totalmente diversa dalla tua e la sola parola può evocarmi traumi che tu non conosci. Così come studiare, dormire.
Se io ti dico che sei responsabile io non so il significato che tu gli attribuisci e gli eventi ai quali associ questa parola... E quando mi arrabbio e ti insulto, in quegli insulti è racchiuso il mio mondo di sofferenza e non la tua essenza. Le parole si fermano qui, allo strato superficiale del significato che nasconde un mare in tempesta di vita inespressa. Tutto questo mi fa cercare nuove forme di COMUNICAZIONE, che non inventa, che non gira intorno, che non può essere fraintesa e non stimola solo l'intelletto. Come un abbraccio per esempio.
Ciònonostante continuerò a scrivere perchè la distanza, a volte, può essere il modo migliore per stare davvero accanto a qualcuno... E perchè mi piace.

m.