22 gennaio 2012

Il cerchio trasparente

Voglio provare ad usare un'immagine per descrivere come mi sono sentita spesso negli ultimi due anni. L'altro pomeriggio ero in metro, intenta a leggere un libro. All'improvviso vedo due ragazzi correre nell'altro vagone. Ci ho messo qualche minuto a realizzare l'accaduto... Una donna in terra semicosciente e due persone che le tenevano le gambe all'aria. Era svenuta dopo aver dato di stomaco. La fanno mettere seduta, completamente sporca per essersi accasciata nel suo vomito. Si crea attorno a lei un cerchio di gente incuriosita. Diventano tutti medici in queste situazioni... Uno le chiede se si sente di uscire perchè sta arrivando l'ambulanza e lei mentre risponde comincia di nuovo a vomitare. Le si fa il vuoto intorno, le decine di curiosi si dileguano all'istante. Rimane intorno a lei una sola coraggiosissima persona ormai sporca dello stesso vomito. Io poco dopo l'arrivo del medico mi allontano per un appuntamento al quale non potevo fare ritardo. Si mi sono dileguata anche io. Non è una cosa piacevole e comprendo che tutti, come ho fatto io, non avevano intenzione di farsi vomitare addosso. Fa schifo! L'immagine è però efficace per esprimere una consuetudine umana: quando lo schifo che è in te esce con violenza tutti si dileguano per paura di essere raggiunti da qualche schizzo. Non importa che tu sia una persona simpatica, che ha sempre cercato di essere piacevole nonostante le fatiche... Rischi un giorno anche tu di trovarti semicosciente in un posto che non è casa tua, sporco del tuo vomito e con un cerchio trasparente che ti divide dalla compagnia di altri. Sulla presenza di chi potrai contare? Domanda dolorosissima.


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