21 dicembre 2011

Hoover (non l'aspirapolvere)

La famiglia Hoover, ovvero: i perdenti.
Un Volkswagen giallo da Albuquerque verso la California... il sogno, per poi scoprire che la realtà è molto meglio! Dal primo all'ultimo ogni personaggio è perfetto nel suo genere e ognuno incarna una delle molteplici caratteristiche che convivono negli uomini. Richard: l'ottusità, il cinismo e una forte insicurezza. Sheryl: la capacità di tenere uniti i pezzi e la bontà. Frank: la profondità. Dwayne: il coraggio e la caparbietà. Nonno Edwin: la sfrontatezza, la vitalità e la ribellione. La piccola Olive: un concentrato di purezza, semplicità e saggezza. Contano tanto queste qualità quanto il modo in cui si decide di adoperarle nella vita, e nel film è tutto portato all'esasperazione fino a tornare a una dimensione più "umana". Non so dire con precisione perchè questo film mi sia piaciuto così tanto. Forse sono i toni sarcastici portati al limite della decenza o l'onestà con cui viene mostrata una vera bellezza in quelle che sono le stranezze e i dolori delle persone. Forse perchè anche io sto compiendo un viaggio dall'esteriorità alla sostanza. Sto ancora masticando la storia e quindi non aggiungerò altro, mi limiterò a finire questo post con una frase del nonno:
"Lo sai cos'è un perdente? Il vero perdente è uno che per paura di non vincere nemmeno ci prova."
little miss sunshine


Spendiamo così tante energie per allontanarci da noi stessi e per renderci diversi...

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